Paolo Orsi nel 1880 riferiva del ritrovamento, tra il paese di Pranzo e la frazione di Campi, di alcuni oggetti tra cui un capitello di colonna. Ottone Brentari, nella Guida del Trentino del 1902, riportava ”… sul monte S. Martino sono rovine che la tradizione locale dice romane e appartenenti ad un tempio”. Giacomo Roberti nel 1924 dava notizia dell’acquisto da parte del Museo Civico di Trento di un bronzetto, raffigurante Apollo, che sarebbe stato trovato “sul monte Englo presso Riva”.
La zona, un tempo adibita a pascolo e a coltivazioni, era occupata da una fitta boscaglia e non conservava tracce di ruderi visibili. Nel 1969 venne però notata la presenza di numerosi frammenti di tegole e coppi di epoca romana e nell’estate di quell’anno iniziarono gli scavi da parte di un gruppo di appassionati del paese di Pranzo, guidati da Arrigo Guella e da Cesare Dongilli. Fino al 1975 la Soprintendenza alle Antichità delle Venezie diede precise direttive per lo svolgimento dei lavori, il sito passò poi sotto la tutela della Provincia autonoma di Trento che, negli anni successivi fino al 1979, completò le ricerche nell’area del santuario. Dopo un lungo periodo di sospensione, dal 1996 sono riprese le indagini sistematiche, con lo svolgimento di campagne di scavo che prevedono il coinvolgimento di studenti provenienti da varie università. Attualmente le ricerche stanno interessando principalmente la zona a valle del santuario, dove si trovano l’insediamento tardoantico e la chiesa.
ARCHAEOLOGICAL RESEARCH
In 1880 the scholar Paolo Orsi reported the discovery, in an area between the village of Pranzo and the hamlet of Campi, of various objects, including a column capital. In Ottone Brentari’s 1902 ‘Guida del Trentino’ we then hear how ”…on monte S. Martino there are ruins, which local tradition says are Roman in date and belong to a temple”. Two decades later, Giacomo Roberti announced that the Civic Museum at Trento had acquired a bronze statuette of Apollo which was reported to have been found “on monte Englo near Riva”.
The zone, once used for both pasture and cultivation, had over time become covered by woodland, obscuring all traces of the noted remains. However, in 1969 the presence of a high number of tile and ceramic fragments of Roman date was recognised and in the summer of that same year excavations were started by a group of enthusiasts from Pranzo, directed by Arrigo Guella and Cesare Dongilli. Until 1975 the Soprintendenza alle Antichità delle Venezie (the Antiquities Superintendency of the Venezie) had provided strict directives for this archaeological work, but the site then came under the guardianship of the Provincia autonoma di Trento (autonomous Province of Trento), which, in the next few years, until 1979, helped complete the investigations in the area of the sanctuary. After a long break in the explorations, systematic studies were re-activated in 1996, with regular excavation campaigns which involve students from a variety of universities across Italy and elsewhere in Europe. Currently, research is focussed on the zone downslope from the Roman sanctuary, in an area dominated by the late antique settlement and the church.
Die archäologischen Untersuchungen
Paolo Orsi berichtete 1880 von einigen Fundstücken, darunter ein Kapitell, die aus dem Gebiet zwischen den Orten Pranzo und Campi stammten. Ottone Brentari beschrieb in seinem Trentino-Führer 1902 Ruinen auf dem Monte S. Martino, die von der Bevölkerung als Überreste eines römischen Tempels bezeichnet werden. Giacomo Roberti berichtete 1924 vom Ankauf einer Bronzefigur des Gottes Apollo durch das Stadtmuseum Trient, die angeblich vom “Monte Englo bei Riva” stammte. Auf dem Berg, der einst als Weide- und Ackerflächen diente, hatte sich dichtes Gehölz ausgebreitet und es waren keine Überreste von Bauten sichtbar.
1969 wurden jedoch zahlreiche Ziegelfragmente aus römischer Zeit gefunden. Im Sommer desselben Jahres begann eine Gruppe von Amateurarchäologen aus Pranzo unter der Leitung von Arrigo Guella und Cesare Dongilli Ausgrabungen durchzuführen. Bis 1975 machte das zuständige Archäologische Amt (Soprintendenza alle Antichità delle Venezie) präzise Vorgaben für die Durchführung der Ausgrabungen. Danach fiel das Areal unter die Zuständigkeit der autonomen Provinz Trient, die 1979 die Ausgrabungen im Areal des Heiligtums vervollständigte. Nach einer langen Pause wurden 1996 erneut systematische Grabungen aufgenommen, mit archäologischen Untersuchungen, an denen Studenten verschiedener Universitäten teilnehmen. Derzeit wird in erster Linie das Gebiet unterhalb des Heiligtums untersucht, wo die spätantike Siedlung und die Kirche liegen.